Qualunque cosa succeda: rivedi la seconda puntata (02/12/14)

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Grazie al bottino di informazioni carpito agli archivi della Fasco, Ambrosoli può testimoniare davanti al Grand Jury americano, dove è nato un procedimento parallelo a quello italiano nei confronti di Sindona, per il fallimento di un altro pilastro del suo impero, la Franklin National Bank. Il banchiere, che sfugge all’arresto solo grazie al pagamento di una cauzione milionaria, attiva i suoi amici nella politica e nella massoneria deviata. Grazie a questi presenta “un piano di salvataggio” della sua banca in cui gli immensi debiti sarebbero scaricati sulla collettività e ogni pendenza penale sarebbe azzerata. Ma il piano, nonostante trovi interlocutori nel governo, fallisce per l’opposizione netta di Ambrosoli e della Banca d’Italia, il cui nuovo governatore Baffi, assieme al direttore della vigilanza Sarcinelli, continua, come il predecessore Carli, ad appoggiare Ambrosoli senza esitazioni.
Per Sindona è una dichiarazione di guerra totale. Il banchiere contatta un killer italo americano e lo ingaggia perché segua Ambrosoli e si tenga pronto. E’ il luglio del 1979. Ambrosoli rende una testimonianza davanti ai magistrati Usa che è il suo capolavoro giuridico-finanziario e sbaraglia l’opposizione dei super-avvocati americani di Sindona.
La sera dell’11 luglio, poche ore prima di firmare il verbale di quella testimonianza, William Aricò, il killer pagato da Sindona, uccide l’avvocato Ambrosoli sotto il portone di casa sua.

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