Ciurma Mom: New York #10 – Rockefeller Center, raggiungere il top!

Ciurma Mom – New York 2013 #10: Rockefeller Center, raggiungere il top!
Una rubrica a cura di Barbara Buccino

A Nicola, dopo numerosi giorni di febbre alta e di evidenti dolori muscolari e articolari, si era manifestato lo sfogo che mi aveva fatto capire che probabilmente si trattava di una forma vivace della Quinta malattia. Eravamo sollevati e non vedevamo l’ora ricominciare a macinare chilometri tra mezzi pubblici e camminate su e giù per New York…Down and Out in New York!

Nicola era convalescente e ancora non riusciva a camminare, ma grazie al passeggino della sorellina Elena, un mezzo privato tra i mezzi pubblici, abbiamo raggiunto il Rockefeller Center, un concentrato di mete architettoniche e artistiche che hanno fatto la storia di New York. Si tratta di un complesso di 19 edifici commerciali costruiti nella Midtown Manhattan tra le due guerre, per volere del petroliere e filantropo John D. Rockefeller. Gli edifici del Rockefeller Center sono davvero una grandiosa impresa edilizia e commerciale e la loro realizzazione aiutò gli americani a riemergere dalla Grande Depressione.

Appena arrivati nella zona si entra in una vertigine di scelte ed entusiasmo, ma il nostro primo desiderio era di salire sull’osservatorio di Top Of The Rock, dove si può osservare la città dall’alto, standoci nel mezzo. Perciò ci siamo diretti subito alla nostra meta cercando di non farci distrarre da altre attrattive che avevamo tutto il tempo di visitare con la giornata a disposizione, le scorte di acqua ghiacciata, le immancabili patatine salva-crisi e i nostri sedici panini d’ordinanza. Giusto un’occhiata all’esterno degli Studios e dello Store della NBC e siamo giunti ai piedi del GE Building, pronti a salire sul Top Of The Rock Observation Deck.

Non vedevamo l’ora di provare il famoso ascensore col tetto trasparente che porta, tra luci e musica, in 42 secondi al 67° piano e l’esperienza è stata all’altezza delle aspettative di tutti, grandi e piccini. Anche il personale del grattacielo è particolarmente cordiale e sorridente e fare le foto, come se fossimo gli operai sospesi nel vuoto della celebre foto del 1932 durante la costruzione del grattacielo, è stato così divertente che stavolta non siamo riusciti a resistere dall’acquistarla.

La vista della città da Top Of The Rock è magnifica, per noi è ancora più bella di quella dall’Empire State Building. La terrazza qui è su tre livelli ed è affascinante poter vedere quasi nel dettaglio la piantina di Central Park e tutto lo skyline, senza le grate che invece circondano l’Empire State Building, ma con un semplice vetro solo al livello più basso e ampio del grattacielo. Salendo sul terzo piano della terrazza, guardandomi intorno senza barriere, ho percepito appieno il senso dell’espressione “padroni della città”.

Terminata questa esperienza inebriante e quasi mistica, i tecnologici di casa hanno preso il sopravvento e, scesi dal palazzo, siamo entrati dentro il Nintendo World, un paradiso di videogiochi tutti da provare e dimenticare, visto che non funzionano sulle console italiane.

Tornati nella piazza centrale del Rockefeller Center sotto un caldo soffocante, i ragazzi si sono offerti di restare da soli sulle panchine nella parte alta della piazza a mangiare i panini fatti col morbido e sempre buono pane americano, per concedere a me e mio marito due caffè freddi e lunghissimi nella luccicante Rockefeller Plaza. Un viaggio di nozze lampo come quelli che si raccontano e che non avevamo conosciuto.

La tappa finale di questa indimenticabile giornata è stata dentro al Lego Store, un posto magico, pieno pezzi di lego colorati e idee fantasiose per sbizzarrirsi in composizioni personalizzate. Qui abbiamo coccolato il nostro malatino, festeggiando la sua convalescenza con una magnifica scatola dei pompieri. Sarà stata la meta di questa uscita, sarà stata la nostra sete di turisti o forse la felicità di vedere finalmente Nicola tornare il bimbo di prima, ma questa gita ha avuto il gusto della ripresa…proprio come quella che il Rockefeller Center ha rappresentato per gli americani.

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