MELITO DI NAPOLI – Mentre la maggioranza neo-democristiana che sostiene la giunta Carpentieri e il “bislacco” centrodestra di Antonio Amente polemizzano a suon di manifesti, con attacchi che nella stragrande maggioranza dei casi sono dettati da motivazioni esclusivamente personali, e poco hanno da spartire con la politica intesa come espressione dell’interesse collettivo, come salvaguardia e promozione dei beni comuni, alcuni atavici problemi restano senza risoluzione.

In una cittadina come Melito – la quarta d’Italia per densità abitativa – che non ha spazi verdi visto che sono stati letteralmente mangiati dalla speculazione edilizia a colpi di colate di cemento, grande importanza dovrebbe avere l’unica, modesta e inadeguata, area verde a disposizione della comunità. Che potrebbe essere sfruttata in maniera particolare, dalle cosiddette fasce deboli: anziani e bambini.

La “villa comunale” versa in una situazione penosa: i giardini sono un ricettacolo di rifiuti d’ogni sorta, che giacciono tra sterpaglie incolte. Insomma, quello che dovrebbe essere il giardino verde a disposizione della cittadinanza, risulta inservibile, abbandonato a sé stesso nel degrado assoluto. Il simbolo di una classe politica per nulla attenta ai bisogni della popolazione, ma rivolta al raggiungimento del proprio tornaconto personale e politico.

Pertanto chiediamo che quanto prima la “villa comunale” venga riportata a un minimo di decoro e resa effettivamente fruibile, sempre, non solo quando in programma vi sono iniziative che vengono strumentalmente sfruttate dagli esponenti dell’amministrazione.

In conclusione facciamo nostre le parole dell’architetto britannico Richard Rogers: «Dico sempre che tra i diritti della persone c’è anche quello di vedere un albero dalla propria finestra e di avere una panchina su cui sedersi nel parco del quartiere. La libertà di accesso allo spazio pubblico dev’essere difesa alla pari della libertà di parola». 

Comunicato stampa

Partito Rifondazione Comunista
Circolo «Dante Di Nanni» Melito di Napoli