Come chiudere un conto corrente: alcuni consigli

conto-correnteFino al 2006 il malcapitato risparmiatore che aveva “l’ardire” di voler chiudere un conto corrente (operazione che dalle banche veniva addirittura vista come un affronto) doveva prepararsi a percorrere una via crucis di tappe ad ostacoli che forse nel giro di un mese e con costi non indifferenti l’avrebbe poi portato a raggiungere il suo obiettivo.
Il problema era però che tali difficoltà e tali costi erano in realtà funzionali a dissuadere chiunque dal inerpicarsi in una scalata del genere. Questo portava i correntisti a rimanere loro malgrado fedeli a vita sempre alla stessa banca anche quando le condizioni del conto erano assolutamente sfavorevoli ed ineconomiche.
Poi nel 2007 è arrivato il Decreto Bersani che ha notevolmente semplificato procedure e tempi e che, soprattutto, ha stabilito un criterio sacro a cui tutti i risparmiatori possono fare appello ovvero quello secondo cui la chiusura di un conto corre te deve essere completamente gratuita e non prevedere alcun costo per il risparmiatore.
Ma qual’è esattamente la procedura da seguire nel caso di chiusura del conto corrente?
Partiamo dal primo punto che è quello relativo alla decisione: tenere il conto oppure no? Su questa decisione dovrebbero influire fattori legati al tipo ed alla qualità del servizio erogato dalla banca e relativi al costo dello stesso.
Se sulla base di questi fattori siete ancora convinti di chiudere il conto corrente allora bisogna innanzitutto comunicare la vostra decisione alla banca. Ciò può essere fatto o recandosi ad uno sportello della filiale presso il quale il conto è aperto oppure inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui comunichiamo l’intenzione di voler chiudere il conto. La raccomandata va “ufficializzata” allegando copia di documenti come la carta di identità ed il nostro codice fiscale.
Da quel momento in poi parte la vera e propria procedura di chiusura che in tutto non dovrebbe prendere più di 10 giorni lavorativi. Per fare in modo che non ci siano intoppi che rallentino tale procedura il correntista può e deve attuare alcune precauzioni.
Ad esempio deve subito restituire carte bancomat, carte di credito, carte di debito e libretti degli assegni. Deve inoltre accertarsi che il conto corrente non sia in passivo e che non ci siano pagamenti in entrata o in uscita che non sono stati ancora perfezionati. Se ci sono dei RID associati al conto essi andranno o estinti oppure spostati su un nuovo conto corrente; così come andrebbero trasferite tutte le operazioni di pagamento ricorrenti che attingono al conto (pensiamo ad esempio al mutuo per l’acquisto della prima casa).
Infine se c’è un pacchetto di azioni o di titoli di investimento collegati al conto, prima di chiuderlo, dovremo decidere se riscattarli o se trasferirli semplicemente al nuovo conto corrente.