“Oggi è il 14 Febbraio, me ne sarei ricordato comunque perché oggi tra le tante cose è il compleanno di Fabrizio De Andrè” così Fabio Fazio, conduttore del 64° Festival della Canzone Italiana, con un breve discorso ricorda il cantautore genovese.
Le luci si abbassano ed il silenzio è sovrano tra il pubblico mentre sul palco dell’Ariston appare una figura poco familiare: si è proprio lui … Ligabue!
Jeans scuri , giacca nera in velluto, anelli e bracciale. Con le mani in tasca e l’aria da rockettaro che non l’abbandonerà mai si avvicina al microfono ed intona i primi versi:
“Umbre de muri muri de mainé
dunde ne vegnì duve l’è ch’ané”
Ecco la tanto attesa canzone con la quale Ligabue omaggia De Andrè. Il Brano si intitola “Crêuza de mä” ed è in dialetto genovese (menomale che c’erano i sottotitoli!), suonata e diretta dal maestro Mauro Pagani, di cui è anche l’autore musicale. Come al solito il Liga non sbaglia mai. Sembrava quasi di rivivere l’atmosfera dell’Arena di Verona, “che intender non può chi non la prova” come direbbe il buon Dante. Si, lo ammetto, l’emozione era la stessa e mi sono così immedesimata nel pezzo, che dopo la fine dell’esibizione lo ammiravo nella sua totale bellezza. Quando parlo di bellezza, riferendomi a Ligabue, non intendo solo l’aspetto fisico (de gustibus, ovviamente), ma parlo della sua capacità nell’interpretare le canzoni e di raccontare in modo esaustivo la verità! Si Luciano è così imprevedibile per certi versi…è stato in parte elogiato della sua scelta di andare come ospite al Festival, da altri invece criticato all’ennesima potenza, poiché più volte il cantautore emiliano aveva espresso il suo disappunto verso Sanremo.
Per me è stato meraviglioso, come sempre! Con il suo modo di interpretare la canzone, il suo gesticolare mentre canta che trasmette anche sicurezza, per certi versi. E’ stato capace di cantare in dialetto genovese (non alla perfezione) ed ugualmente ha suscitato mille emozioni. Il pubblicò lo ha omaggiato con un forte ed intenso applauso. Fazio, ritornando sul palco, lo ha ringraziato con un caloroso abbraccio dicendo “Ligabue tornerà sabato”. Una bella promessa…una di quelle “oneste ma grosse!”
Lo stesso De Andrè, in una vecchia intervista, confessò :” Mai visto un musicista comunicare col pubblico come sa fare Luciano”. Ed è dannatamente vero! Tutti dovrebbero ascoltare le canzoni di Ligabue con attenzione, non in modo passivo. Ogni canzone ha la sua storia. Ogni canzone ha un suo perché ed un insegnamento, ma la cosa da ricordare e che in ogni canzone di Ligabue c’è speranza.
Si in Ligabue la speranza non muore mai perché “se smetti di sperare inizi un po’ a morire”.
Perché “Niente paura ci pensa la vita mi han detto così!”
Perché “ Vivere è un atto di fede!”
Perchè “Il meglio deve ancora venire!”
Perché starei qui ore ed ore a scrivere delle emozioni che mi trasmette Ligabue con le sue canzoni oppure i suoi discorsi in tv o ai concerti. Io CREDO FERMAMENTE che tutti debbano andare ad un concerto di Ligabue e VIVERLO APPIENO, nel bene e nel male.
Caro Luciano ci vediamo sabato. E “Finchè ce n’ hai stai lì!” sul palco col pubblico più bello di tutti.
Tenete botta. Da una grande fan di Luciano.