Ciurma Mom: New York #8 – Da Wall Street a Ground Zero
Rubrica a cura di Barbara Buccino
Visitare il distretto finanziario di New York, il cuore dell’economia statunitense e mondiale, era una grande emozione per un papà appassionato di finanza ed entusiasta di innovazioni.
Perciò, presa la consueta metropolitana e raggiunto l’estremo sud di Manhattan, ci siamo diretti immediatamente verso Wall Street, dove neanche la vista del celebre Toro di Wall Street (Charging Bull, la leggendaria scultura di bronzo che simboleggia la forza, il potere e la speranza per il futuro del popolo americano) ha rallentato il passo del babbo fondatore di una startup italiana in campo finanziario. E trascinando un recalcitrante e accanito promotore cinquenne di parcogiochi americani, siamo giunti davanti al bel portone del New York Stock Excange.
Giusto un momento di emozione e di incredulità per essere davvero di fronte al “Big Board”, la più grande borsa valori del mondo, e poi via, alla fondamentale ricerca di un diffuso e rassicurante luogo di ristoro e distributore di grasse e grosse patatine, dove ricaricare i bambini prima di una visita importante e toccante. Il National September 11 Memorial & Museum.
La giornata era calda e afosa ma, man mano che ci avvicinavamo al memoriale, il cielo si faceva sempre più plumbeo, fino a trovarci a fare la fila per entrare sotto una pioggia battente che sembrava accoglierci nell’atmosfera più adeguata per ricordare la tragedia dell’11 settembre. Dietro le transenne, lungo la coda, la vista degli edifici rimasti attorno le Twin Towers sotto quel cielo nero, già ci aveva tolto ogni parola. L’ingresso al memoriale è silenzioso e ordinato, nessuno parla a voce alta e arrivati al termine della coda siamo rimasti colpiti dalla sobrietà sia nella gestione del posto, che nella raccolta delle donazioni a offerta libera per accedere.
Appena entrati ha smesso di piovere e il rumore della pioggia è stato sostituito dallo scrosciare impressionante dell’acqua che sprofonda dai bordi delle due enormi vasche che delimitano quello che è stato il perimetro delle Torri Gemelle e che sembrano finire in un buco senza fondo.
L’emotività che suscita questo luogo è davvero intensa, dal strazio per la tragedia, alla commozione vedendo “L’albero dei Sopravvissuti”, un piccolo albero di pero trovato esausto tra le macerie, curato e ripiantato ha ricominciato a crescere e a Ground Zero costituisce il simbolo di resilienza, la capacità fondamentale di cadere e rialzarsi. Tutto intorno alle vasche ci sono i nomi dei caduti scolpite su lastre di metallo. A questo punto della nostra visita il cielo era limpido, solo sui nomi le gocce di pioggia…