Corea del Nord: realtà o finzione?
Per quanto si parli di Corea del Nord più sui social network, magari non prendendoli proprio seriamente, che sui giornali ed i media italiano, pare proprio che qualcosa stia accadendo. Ma iniziamo dall’inizio.
Prima di tutto dobbiamo tornare alla morte del predecessore dell’attuale Supremo Leader, Kim Jong-il. Si sa, che in un paese dove una sola famiglia ha il potere, il dispiacere della morte del padre è lenita dal fatto che da quel giorni si è il capo di stato di una nazione. Beh, siccome questa è una tradizione, non è un segreto che i reali detentori del potere, ovvero i generali, abbiano da sempre cercato di influenzare l’attuale Leader, e diciamolo, dall’espressione pare che se non lo hanno influenzato per lo meno lo hanno rimbambito un bel pò. Dietro i “leader di nascita” e non di spada, si nasconde sempre qualcuno. Il motivo è semplice, una persona che diventa leader ha autorità ed autonomia sufficente a comandare, o non sarebbe riuscito a diventare leader, mentre un bamboccione come Kim Jong-un è nato e vissuto in un mondo differente dalla reale condizione del paese e l’unico contatto che ha col mondo sono i generali o generalissimi che dir si voglia. Quindi, partiamo dal presupposto che il Supremo Leader ha poco a che fare con tutto ciò che sta accadendo, è un mero simbolo della Corea, ma non bisogna dimenticare che i reali protagonisti della storia siano i generali.
Ora, facciamo un’altro passo avanti. I generali, specialmente in un paese dittatoriale, sono tanti, tantissimi, e se sono diventati tali, si suppone che una piccola dose di protagonismo e di volere di potere la abbiano. Ed ovviamente non sono tutti amici. Beh, a vedere le cose come stanno, pare che la fazione dei generali attualmente più forte nel paese voglia sganciare qualche bomba nucleare. Pare. Ammettiamo che questi generali non siano i più educati e furbi del mondo, ma credono davvero di farcela a dichiarare guerra agli Stati Uniti? Da soli? Contro l’unico paese al mondo che di bombe nucleari ne ha sganciate due? Vi dirò, al riguardo ci sono alcune teorie. C’è chi dice che sia un semplice modo per unire tutti i coreani e le varie fazioni sotto un’unica bandiera, ma sembra un pò semplicistico. C’è chi rimane sull’ufficiale e quindi vedendo che la Cina non supporta la Corea del Nord sia convinto che la Cina non c’entri davvero niente. E già qui mi pare strano che la Corea del Nord dia le spalle alla grande Repubblica Popolare Cinese, a cui devono praticamente tutto. Forse forse c’è un motivo maggiore. Che la Corea del Nord minacci gli Stati Uniti per aver messo troppe armi e soldati attorno a loro torna con la strategia cinese, la quale non vuole gli yankees nella sua sfera di influenza. Quindi perchè da una strategia comune la Corea dovrebbe distaccarsi radicalmente dalle strategie “Made in China”? C’è qualcosa che non torna.
Una fazione di generali che vuole il potere in Corea, o si affida al popolo, e non mi pare che lo abbia fatto, o si affida ai cinesi. E ora, che siamo giunti al punto in cui ci risulta difficile vedere una dissonanza di intenti tra Corea del Nord e Cina, cerchiamo di capire una strategia congiunta. Che ci guadagnerebbe la Cina da un’attacco della Corea del Nord al Sud o agli USA? Prima di tutto, una concentrazione maggiore sui loro burattini, che mai potrebbero vincere, ma con la Cina dietro, mai potrebbero perdere. Che vuol dire? Vuol dire che gli Stati Uniti potrebbero con la Corea del Sud prendersi un 200 chilometri in più del territorio Coreano, ed in cambio chiudono un’occhio su un non so… una Taiwan cinese magari.
Ovviamente queste sono solo teorie, magari la Corea del Nord, sempre su richiesta della Cina ha buttato là un pò di minacce per vedere come ed in quanto tempo avrebbero reaggito i paesi filo-americani. Sta di fatto che non bisogna mai credere solo alle versioni ufficiali e che tramite ragionamenti semplici, che vadano al di là delle istituzioni e colpiscano direttamente le persone, si può comprendere molto più di quanto si pensi.
di Alexander Virgili