Torna Adriano Celentano sulla scena musicale, questa volta con una canzone sulle elezioni politiche, intitolata: “Ti fai del male”.
Vi proponiamo il video e il testo di questa canzone:
Se non voti ti fai del male
Se non voti ti fai del male
Eh mi vuoi dire per quale partito io dovrei votare
Loro promettono solo bugie
E ormai la politica è come lo sport
Facciamo il tifo per chi ci tradisce
Non più male di quei governi che abbandonano le donne
Sono più di cento in un anno le donne che muoiono
Da quei mariti e padri pazzi di gelosia
Merde senza un filo di dignità
E poi c’è anche il Molise che stanno uccidendo
Bombardato come un gruviera
Da quei fantasmi eolici che muovono il vento
E se ne va un altro pezzo d’Italia
È la fine dei paesaggi
Ma pare che ancora non basterà
Per distruggerlo del tutto
Il tanto ambito federalismo
Altre eliche sulle pale farà girar
Adriano (parlato)
Certo non si può dire che i tempi non siano confusi e mentre il pastore per salvare il suo gregge scuote la terra degli scandali riemergono purtroppo parole pericolose, parole come… condono tombale. Coro+Adriano: Tombale (eco)
E da qui si intuisce chiaramente che i politici sono lontani anni luce dal capire quali siano davvero i motivi di questa crisi. Eppure ci camminano sopra. L’Italia è ormai ridotta ad una lastra di cemento, pari ad una coltre funebre sulla quale si annidano le pericolose polveri sottili della corruzione.
E quindi cosa facciamo?
Non c’è altro mezzo per risolvere la crisi, dobbiamo cancellare tutto ciò che ci rattrista, stracciare il brutto dell’Italia come si straccerebbe una lettera scritta da uomini bugiardi e piena di errori, ma soprattutto piena di inganni. Quindi non ci rimane che riscrivere la storia del nostro Paese e rifarlo da capo, cioè ricostruirlo da capo, ricostruirlo fisicamente… da capo.
Se non voti non cambia niente
Se non voti ritornano ancora
Più male di così ci stanno rubando il mondo
Però si dice in giro che fra i partiti c’è
C’è un’onda nuova che è partita dal niente
E come una valanga
Sta avanzando come un ciclone
Per abbattere il marcio della nazione
E fino a quando il Comune di Venezia
Non fermerà quei mostri
Che galleggiano giganteschi
Orribili navi che sembrano palazzi
Che devastano la laguna
Ma i politici non si accorgono
Che quando la bellezza morirà
Loro saranno i primi a sprofondare
Alessandro Scarano
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