STRASBURGO  - Finalmente! Questo è quello che ha pensato Francesco Di Stefano, patron di Europa7. Ebbene, la Corte europea dei diritti umani ha condannato lo Stato italiano per aver ostruito la concessione di frequenze televisive alla sua emittente televisiva. La Corte ha stabilito il risarcimento per danni morali e materiali dove l’Italia pagherà all’imprenditore 10 milioni di euro contro una richiesta di due miliardi di euro.

Per la Corte, le autorità italiane in quant0 non hanno assegnato le frequenze a Europa 7 hanno violato “l’obbligo prescritto dalla Convenzione europea dei diritti umani di mettere in atto un quadro legislativo e amministrativo per garantire l’effettivo pluralismo dei media” e condannati per aver infranto “il diritto alla libertà d’espressione“. Oltre ai 10 milioni di risarcimento ci sono anche i 100 mila euro per le spese legali sostenute per presentare il ricorso a Strasburgo.

Ci sono voluti 15 anni per mettere fine a questa storia iniziata nel luglio del 1999 quando Europa 7, in base alla legge n.249 del 1997, ottenne la licenza per trasmettere attraverso tre frequenze per la copertura dell’80% del territorio nazionale.

Nel 2009 ebbe la possibilità di trasmettere ma su una sola frequenza. Nella condanna emessa dalla Corte, viene sottolineato come Europa 7, avendo ottenuto la licenza, potesse “ragionevolmente aspettarsi” di poter trasmettere entro massimo due anni. Questo non successe perché le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti estendendo il periodo il periodo in cui le televisioni che già trasmettevano potevano mantenere la titolarità di più frequenze.

Infine, nessuno procedimento nei confronti di Francesco Di Stefano per l’accusa rivolta da Francescantonio Di Stefano, proprietario dell’emittente televisiva, nei confronti di Mediaset.

Benny Fedele